We feed the World

Sempre per il capitolo “il cibo che ci casca nel piatto“, vi propongo un film che non vedremo mai se non andandocelo a scaricare abusivamente nel web perché al cinema ed in tv è bene che si vedano Ricky, Rocky e Rambo.

Riporto strancio scheda film con tanto di istruzioni per download responsabile dello stesso:

We Feed the World, scritto, girato e montato- in maniera peraltro formalmente splendida- da Erwin Wagenhofer, ennesimo esempio di grande documentarista austriaco emerso negli ultimi anni, insieme a Michael Glawogger (Workingman’s Death) e Hubert Sauper (Darwin’s Nightmare).

Si tratta di un tentativo di rispondere per immagini ad alcuni degli interrogativi più pressanti legati alla globalizzazione alimentare ed alla sua sostenibilità: Come arriva sulle nostre tavole il cibo che mangiamo? Quale è il prezzo ecologico da pagare per una simile produzione a grande scala? E’ vero che sono i paesi del terzo mondo a pagare il prezzo del nostro consumo? L’agricoltura e la pesca tradizionale sono attività in via di estinzione? Attraverso cinque episodi, girati in cinque diverse parti del mondo, il film mette lo spettatore di fronte ad alcuni emblematici paradossi.

1. In Austria, il pane che alla fine di ogni giorno viene buttato a Vienne sarebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno della seconda città del paese, Graz.

2. In Bretagna, i pescatori hanno dovuto abbandonare i loro metodi tradizionali e adattarsi alle quote e alle normative imposte dalla UE che di fatto hanno aperto le porte ad una pesca su scala industriale e di bassa qualità .

3. In Spagna meridionale il territorio è soggetto a siccità ed il paesaggio somiglia ormai ad una distesa di lamiere, a causa della coltivazione estensiva di pomodori che ha raggiunto dimensioni irresponsabili.

4. In Brasile i gusti alimentari dei paesi ricchi hanno imposto la coltivazione del mais anche in Amazzonia, col conseguente disboscamento dell’ultima area verde del pianeta.

5. In Romania il passaggio a un’agricoltura moderna sta devastando il tessuto rurale tradizionale.

Fino all’inquietante e magistrale conclusione con l’intervista a Peter Brabeck, presidente della Nestlé, il quale sostiene, nella calma e nel lusso del suo ufficio di Ginevra, la necessità di considerare l’acqua un bene come tutti gli altri, sottoponendolo ad una logica di offerta e domanda commerciale. E sempre questi, mentre passeggia nei corridoi della Nestlè mostrando compiaciuto alcuni modellini che raccontano la storia dell’azienda, si lascia scappare bonario ed ecumenico: “Ma guardiamoci intorno: io dico che non siamo mai stati bene come adesso”. Sipario. Io ho visto We Feed the World al Festival di Salonicco del 2006 con sottotitoli elettronici in ingese. So che è circolato per festival e rassegne speciali anche in Italia come il Festival Cinemambiente di Torino. Per chi parla tedesco il film è disponibile in dvd (provate ad esempio su amazon.de) ma non mi risulta che esista in circolazione in versione italiana o inglese, visto che anche il sito ufficiale non ne parla. Di necessità…download. Lo sforzo di capire la lingua originale vi riscatterà dalla piccola infrazione.

WE FEED THE WORLD. Austria, 2005, 35mm, col., 96’. Regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio: Erwin Wagenhofer. Suono: Helmut Junker. Produzione: Allegro Film.

Sito ufficiale: http://www.we-feed-the-world.at/en

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